Stefano Coletta, Monica Maggioni, Giuseppe Carboni

Nomine Rai, guerra per le poltronissime di genere. Chi vincerà? Non il cittadino


Il varo del nuovo "Modello organizzativo per generi" avallato dal CdA Rai ieri, mercoledì 27 ottobre 2021, rivoluziona la struttura della Tv di Stato, ridimensionando le direzioni di "rete" e dispensando più potere a quelle di "genere" con l'arrivo di dieci superdirezioni orizzontali, ovvero: intrattenimento prime time, intrattenimento day time, cultura ed educational, documentari, fiction, sport, cinema, approfondimento, kids, contenuti RaiPlay.

Per spiegare di cosa si tratta, prendendo ad esempio la casella intrattenimento prime time: chiunque dovesse presiederla sarà tenuto a occuparsi di tutti programmi d'intrattenimento in onda sui vari canali in prima serata, e così chi dirigerà il day time e così via. Un modello di direzione per l'appunto "orizzontale" anziché "verticale" com'era invece la direzione di rete, che era responsabile di tutti i programmi di un solo canale, dalla prima mattina a tarda notte.

Evidente dunque quanto siano prestigiose tali direzioni, e quanto queste dieci "poltronissime" facciano gola ai vari nomi in lizza, nonché ai vari partiti e schieramenti politici di riferimento, alcuni reduci da una recente batosta elettorale (Centrodestra e soprattutto M5s), altri da una vittoria conclamata (Pd), che cambiano del tutto le carte rispetto al 2018, quando l'assetto giallo-verde egemonizzò Viale Mazzini, continuando a tutt'oggi - per quanto riguarda l'informazione - a fare il bello e il cattivo tempo, come denuncia il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi.

Il quale ieri ha per giunta sottolineato: "La nuova organizzazione non consente un significativo contenimento dei costi. Serviranno 10 direttori per i generi (che sono di più di quelli della Bbc) e tre direttori di rete. C'è anche il genere "informazione" che non riguarda però le testate ma le rubriche e gli approfondimenti delle reti, quindi i direttori per l'informazione passeranno da 8 a 9. Un record senza precedenti in nessuna altra tv mondiale".

E proprio sulla questione "informazione" spunta un'altra controversia. Fra tutti coloro che hanno dato notizia delle nuove dieci superdirezioni infatti, solo il puntualissimo sito Bloggorai ha fatto notare che, contandole, risultano essere solo nove. "Dove è sparita la decima e quale era?" si chiede giustamente Bloggorai. "Forse era quella riferita alla Superdirezione 'coordinamento di generi' ovvero la 'Funzione Distribuzione Unificata' come era esplicitamente previsto e come era naturale che ci fosse. Da qualche parte ci dovrà pure essere qualcuno che si dovrà pure occupare di definire e 'smistare' i prodotti nelle altre direzioni. Esempio: con quali criteri si dovranno decidere e produrre prodotti per il genere “approfondimento”??? Di che tipo saranno? Sarebbe lecito supporlo di tipo giornalistico, o no? Perché il Comunicato Stampa non ne fa riferimento?".

Bloggorai fa notare a sua volta come non sia stata fatta "una parola sulla NewsRoom, non una parola su Rai News24 o sul sito di Rai News [...] Mai avvenuto nulla di tutto questo. Mai !!! Non può essere credibile una rivoluzione per generi che “dimentica” il genere informazione del Servizio Pubblico".

Informazione, per giunta, che qualcuno vocifera possa essere assegnata a Giuseppe Carboni, attuale Direttore del Tg1 in quota M5s più volte finito nel mirino per lo spazio abnorme offerto ai grillini nel suo notiziario e in particolare a Giuseppe Conte, con le famigerate sequenze stile Istituto Luce realizzate a Palazzo Chigi da Rocco Casalino ai tempi del Governo giallo-rosso. Sequenze spalmate in ogni edizione del notiziario, spesso in apertura veicolando il messaggio che l'unico solerte a lavorare per il bene del Paese fosse "l'avvocato del popolo" mentre gli altri erano intenti a fare baruffa, lavorando "con il favore delle tenebre" per ostacolarlo.

Alla luce di tutto ciò, e con il Movimento Cinque Stelle ai minimi termini dilaniato da lotte intestine e penalizzato alle urne, sarebbe un autentico azzardo (che scatenerebbe un putiferio istituzionale) assegnare la superdirezione dell'informazione a Carboni, se alla guida del Tg1 egli dovesse essere sostituito da Monica Maggioni, che dal canto suo arranca negli ascolti con il suo costosissimo Sette Storie su Rai1, che si assesta settimanalmente su un magro 7% di share. O da Simona Sala, che però non è gradita alla Lega.

Quanto alle altre superdirezioni orizzontali, alcune furono assegnate già il 14 gennaio 2020 (un'era geologica fa, prima dell'avvento del Covid-19) e precisamente quella dell'intrattenimento prime time a Stefano Coletta, quella del day time a Franco Di Mare, quella del cinema a Ludovico Di Meo. Tutt'e tre queste assegnazioni potrebbero ormai essere obsolete, in quanto superate dagli eventi.

Coletta appare infatti indebolito proprio nell'àmbito del prime time, avendo collezionato una serie di flop cocenti. Non solo quello di Da Grande con Alessandro Cattelan, ma soprattutto quello - forse ancor più letale - di A grande richiesta, che ha toccato il minimo storico degli ascolti per la rete coinvolgendo una produzione esterna con costi esorbitanti e inimicandosi così maestranze e sindacati Rai. Senza contare i risultati deludenti de La musica che gira intorno con Fiorella Mannoia, di Penso che un sogno così con Beppe Fiorello e de La canzone segreta con Serena Rossi.

Per ciò che concerne Di Mare, l'attuale Direttore di Rai3 è finito nell'occhio del ciclone per il caso di Mauro Corona a #Cartabianca, e soprattutto per la farsa della querela-non-querela a Fedez, oltre a essere prossimo alla pensione, quindi c'è da dubitare fortemente che gli venga riconfermata la poltronissima del day time, per la quale scalpita Serena Bortone, secondo alcuni la vera attuale direttrice di Rai1, grazie alle sue entrature politiche e alla sua vicinanza al Partito Democratico. Così come senz'altro non sarà Ludovico Di Meo, che si accinge a migrare verso i redditizi lidi di San Marino, ad accaparrarsi la superdirezione cinema, alla quale secondo indiscrezioni dovrebbe approdare invece il "solito" Paolo Del Brocco.

Per quanto riguarda gli altri nomi, si parla della "solita" Silvia Calandrelli per la cultura ed educational; della "solita" Maria Pia Ammirati per la fiction (che peraltro ancora vive di rendita del lavoro di Tinny Andreatta fatta scappare a Netflix); del "solito" Luca Milano per il settore kids, e Repubblica fa il nome di Alessandra De Stefano (vicedirettrice di Rai Sport) allo sport.

Insomma, se tali indiscrezioni dovessero essere confermate, si tratterebbe sempre degli stessi volti che da anni vengono spostati da una casella all'altra, come in un perenne e controproducente gioco delle figurine. Del resto, già lo cantava Renato Zero nel lontano 1982: "In Viale Mazzini ci giocano i bambini". E da allora, a quanto pare, le dinamiche infantili di una Rai che non vuol crescere sono rimaste immutate.

Pubblicato il 28 ottobre 2021 su www.vigilanzatv.it