Rai compensi Sanremo. Anzaldi (Italia Viva): "Da Coletta ci saremmo aspettati trasparenza, invece..."
Per il Segretario della Vigilanza insufficienti le dichiarazioni del direttore di Rai1 sulla razionalizzazione costi. Anche il Codacons insoddisfatto
Quanto ci costano i divi di Sanremo? Quali compensi ricevono gli artisti del Festival a spese dei contribuenti? Il Segretario della Vigilanza Rai Anzaldi vuole trasparenza, ma dalla Rai nicchiano.
Chiuso il Festival di Sanremo 2020, con la Rai praticamente al completo in trasferta nella località marittima ligure, e dopo le indiscrezioni sugli esorbitanti cachet dei protagonisti sul palco dell'Ariston, da Antonella Clerici a Roberto Benigni (come il conduttore Amadeus rappresentati da Lucio Presta), il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Italia Viva) aveva chiesto più volte trasparenza sugli emolumenti in questione, ma il tutto è rimasto senza risposta
E questa volta, nel mirino, è finito il nuovo direttore di Rai1 Stefano Coletta, da poco approdato dall'isola "felice" di Rai3 alla non facilissima guida dell'elefantiaca Ammiraglia. Coletta le cui dichiarazioni sulla gestione del Festival da parte della Rai non sono state ritenute esaurienti. “Oltre che parlare della razionalizzazione dei compensi di Sanremo" dichiara l'On. Anzaldi, "da Coletta ci saremmo aspettati un annuncio sulla loro trasparenza. Invece niente. Di fronte all’arroganza di chi gestisce un’azienda pagata con i soldi degli italiani è giusto votare sì alla mozione Mulè che prevede la pubblicazione di tutti i compensi, compresi quelli milionari di alcuni artisti”.
“Finora" continua Il Segretario della Vigilanza Rai, "la trasparenza l’hanno fatta solo i giornali, perché dalla Rai, nonostante un’interrogazione della Commissione Vigilanza Rai che chiedeva di rendere pubblici i compensi, si continua a registrare un atteggiamento che sfiora la censura. Una chiusura ingiustificabile specie alla luce della rinuncia di Tiziano Ferro al proprio cachet, un atto di generosità e di sensibilità che avrebbe dovuto essere esaltato in ogni tg e trasmissione Rai perché potesse essere preso da esempio da altri artisti e invece è stato rigorosamente tenuto nascosto Lo chiediamo ancora: quando la Rai si deciderà a rendere pubblici i compensi degli artisti di Sanremo?”.
Quanto a Tiziano Ferro e alla "censura" della Rai, il cantante è stato più volte citato durante il collegamento da Sanremo di Amadeus con la trasmissione Che Tempo che fa di Fabio Fazio in onda su Rai2, e neanche in questo specifico caso si è fatta menzione della decisione filantropica di devolvere gli emolumenti delle cinque serate a cinque Onlus, in uno spazio televisivo, per giunta, più che congeniale alla diffusione di un gesto tanto encomiabile.
Ne frattempo, anche il Codacons ha trovato deludenti le dichiarazioni di Stefano Coletta. “Non basta dire che la Rai ha razionalizzato i costi, e l’azienda deve rendere pubblici i compensi elargiti a ospiti e conduttori", spiega il presidente Carlo Rienzi. "Le voci che si sono rincorse nei giorni scorsi circa i cachet di Sanremo, a partire da quello di Roberto Benigni, sono tutt’altro che rassicuranti, e la Rai è un’azienda pubblica tenuta a garantire trasparenza e correttezza. Appellarsi alla privacy degli artisti per non comunicare i compensi appare come una scusa per non dire ai cittadini come sono stati spesi i soldi raccolti attraverso il canone. Al contrario la Rai, proprio perché è riuscita a contenere i costi, deve rendere pubblici i dettagli circa le spese di Sanremo, garantendo così piena trasparenza agli utenti”.
Pubblicato su affaritaliani.it il 3/02/2020