Coronavirus: Video killed the virus star. Come l'esposizione mediatica ha finito per confondere le idee sul Covid-19
Il protagonismo dei virologi-star ha complicato la comprensione del Coronavirus creando disinformazione
Assurti improvvisamente a star mediatiche, essi si sono distinti - soprattutto alcuni di loro - per protagonismo televisivo, sostituendo nei talk show i politici e le soubrette (o contenendone gli spazi), portando ciascuno un'opinione distinta tanto da prendersi talvolta a "borsettate" fra loro; opinione - per giunta - spesso in contrasto con quella espressa personalmente qualche tempo prima, finendo per confondere completamente le idee agli spettatori, ai lettori se intervistati sulla carta stampata, e in ultima analisi ai cittadini.
Dalla pandemia all'infodemia il passo è stato brevissimo, e ora - quando si attende con ansia il destino della tanto sognata Fase 2 con relative riaperture delle attività commerciali - non si sa più a chi dare retta. Appesi al filo delle dichiarazioni del virologo star di turno che tuona contro la ripresa di un barlume di vita normale prospettando sciagure, o di quello che invece spinge all'ottimismo tout court, le Istituzioni - già non esattamente solerti - tentennano condannando gli italiani all'incertezza sul loro futuro. Professionale prima ancora che sanitario.
Video killed the virus star, per parafrasare un noto successo dei Buggles. L'ossessiva esposizione mediatica - specie televisiva - di molti esperti, oltre a compromettere in molti casi l'autorevolezza di un'autorevolissima professione, anziché un aiuto a districarsi nei meandri del panico e dello sconforto per l'emergenza, ha avuto come risultato una paura ancor più radicata e una depressione crescente. Oltre a creare - nell'eterna tradizione della tifoseria tutta italiana - agguerritissime fazioni di fan di questo o quell'altro luminare. Fan che, a loro volta, si trasformano in virologi surrogati scannandosi sui social network, quasi più nefasti dello stesso virus.