Joker (thriller, USA, 2019) regia di Todd Phillips. Con Robert De Niro, Joaquin Phoenix, Zazie Beetz, Marc Maron, Frances Conroy, Brett Cullen, Shea Whigham, Bill Camp, Glenn Fleshler, Leigh Gill, Josh Pais, April Grace, Carrie Louise Putrello, Rocco Luna, Sondra James, Dante Pereira-Olson, Douglas Hodge, Carl Lundstedt, Michael Benz, Ben Warheit, Hannah Gross
“1981. Depresso e sofferente per un disturbo psichico che gli provoca incontrollabili attacchi di riso, l’aspirante stand-up comedian Arthur Fleck (Phoenix) vive idolatrando il presentatore televisivo Murray Franklin (De Niro), è invaghito della gentile vicina di casa Sophie (Beetz), sbarca il lunario come clown per bambini e abita con l’anziana madre Penny (Conroy) in uno squallido appartamento dei bassifondi di Gotham City, dove la situazione politica è sempre più tesa" (Mereghetti).
Il miliardario Thomas Wayne (Cullen) ha infatti appena annunciato la sua candidatura a sindaco dopo il taglio drastico della spesa pubblica a danno del servizio di assistenza sociale di cui anche Arthur beneficiava. E per questo le classi meno abbienti stanno organizzando delle proteste.
Considerato un freak, Arthur è spesso bersaglio di offese che sfociano in pestaggi del tutto immotivati. Anche il suo capo si sente in diritto di licenziarlo senza esitazione. Finisce quindi col reagire all'ennesima angheria uccidendo. Diventando così, su identikit, il giustiziere-idolo della massa, anche in virtù di quel travestimento da pagliaccio che lo rende un'icona, e che le folle riottose rendono simbolo delle loro rimostranze.
Tuttavia quello che poteva essere un riscatto sociale porta Arthur a scivolare in uno stato di follia sempre più profondo. Ad acuirlo la conoscenza del suo terribile passato e il definitivo infrangersi di un sogno professionale. La follia a quel punto assume la sua variante peggiore: quella omicida con modalità seriale.
“Originariamente pensata per un film intitolato Arthur che avrebbe dovuto essere prodotto da Martin Scorsese e costituire una sorta di omaggio/remake di Taxi Driver e Re per una notte, la sceneggiatura del regista (poi opportunamente adattata con la collaborazione di Scott Silver) è andata nel 2016 a costituire l’ossatura di un cinecomic sui generis …una furba (e scontata) riflessione sulla trasformazione dell’alienazione psichica in potenziale (e reazionario) disagio sociale, nonché forma «adulta» e problematica di trasposizione fumettistica … Arthur Fleck diventa una sorta di fusione tra il Travis Bickle di Taxi Driver e il Rupert Pupkin di Re per una notte (e non è ovviamente casuale il casting «rovesciato» di De Niro, qui in un ruolo analogo a quello interpretato da Jerry Lewis); mentre la ribollente Gotham City del 1981 … è l’esatta replica della sudicia New York anni Settanta che il tassista/antieroe immaginava di poter «ripulire» … Ma le differenze sono significative” (Mereghetti).
“Esplicito omaggio a Taxi Driver, il Joker di Philips ha ben poco della rarefazione gotica di Burton o del mondo oscuro ed elegante di Nolan. Un pagliaccio che, dietro il sorriso dipinto, è inquieto, mette ansia, sta e fa male. Ambientato in una Gotham sporca e trafficata, tagliata dalle luci dei neon, Joker racconta del corpo, del viso e della mente mutanti di un uomo qualunque che discende nella follia. Al centro la performance eccezionale di Phoenix, con la sua risata isterica, la sua magrezza, la sua danza, un film forse troppo sopravvalutato, ma profondamente politico” (FilmTv).
Leone d’oro al festival di Venezia nel 2019, Joker ha ottenuto undici nomination agli Oscar, vincendo quello per la migliore colonna sonora e per il miglior attore protagonista: a uno straordinario Joaquin Phoenix giunto alla fine del suo one man show con ben 25 chili di peso in meno. Da Oscar (purtroppo mancato) anche la fotografia di Lawrence Sher.