"Lascia o raddoppia? è stata la prima trasmissione cult della nostra tv. E ha messo in scena il fantasma della modernizzazione prima del boom economico: i concorrenti potevano sognare di portarsi a casa i 5.125.000 di lire (una cifra incredibile per un paese ancora contadino, con una guerra persa alle spalle) o portarsi a casa una fiammante Fiat 600, destriero della motorizzazione di massa, se avessero lasciato a quota 640.000."
Con queste parole il critico televisivo Aldo Grasso delinea il primo telequiz della storia televisiva italiana. Rivelando in un altro passaggio della sua Storia critica della televisione italiana che Lascia o raddoppia?, nonostante la creazione televisiva fosse proprio agli albori, nacque da un format americano (The $64,000 Question di soli sei mesi più “anziano”), acquistato dalla Francia (Quitte ou double?) e adattato con successo da Guido Sacerdote per l'Italia nel 1955.
Tutto iniziò una sera di novembre di 65 anni fa
Tra qualche giorno, il 19 novembre per l’esattezza, potremo infatti festeggiare i 65 anni dalla nascita di Lascia o raddoppia? che, diretto da Romolo Siena, allietava per un’ora il sabato sera degli italiani, irrompendo anche nelle sale cinematografiche, tale era il suo successo. E per lo stesso motivo la domenica diventava argomento di cronaca sui giornali. Sta di fatto che, a forza d’interrompere le proiezioni, per non danneggiare l’industria cinematografica (o per non svuotare i teatri) si decise di spostarne la programmazione al giovedì.
Nelle sue 191 puntate, trasmesse dal 1955 al 1959, Lascia o raddoppia? arrivò a legare a sé una decina di milioni di italiani a doppio filo: con l’ascendente della cultura (per quanto settoriale. Ogni concorrente infatti rispondeva su una sola disciplina) su una popolazione ancora alle prese con i dialetti e in fase di alfabetizzazione. E con il sogno di una ricca vittoria. Perché le somme di denaro che si vincevano valevano addirittura l’acquisto di una dimora.
Passione per la conoscenza
È sempre Aldo Grasso a sottolineare che, anche per questo motivo, nei primi due anni arrivarono in redazione ben 307.906 domande di partecipazione; di queste 300.000 restarono inevase a fine ciclo. Lascia o raddoppia? non solo dispensava ricchezza; raccoglieva tutta l’Italia davanti alla televisione e univa linguisticamente il paese appassionandolo alla conoscenza. Conferiva anche un’enorme popolarità a chi vi partecipava: ogni concorrente diventava infatti una star. Ma una vera e propria icona nazional-popolare ne divenne il conduttore (ben prima del conio dell’espressione).
Michele Bongiorno in arte Mike (da un’intuizione di Vittorio Veltroni)
Michael Nicholas Salvatore Bongiorno nacque nel 1924 a New York. Figlio di un avvocato italo-americano e di un’erede della borghesia produttiva torinese, trascorse un’infanzia agiata a Manhattan che lasciò con la madre quando la Grande Depressione (1929) travolse la stabilità economica della sua famiglia. Dopo studi classici entrò a far parte della redazione sportiva de La Stampa, ma la Storia tornò questa volta a interromperne la carriera: con la seconda guerra mondiale. Anglofono, Bongiorno prese parte alla Resistenza con l’incarico di tradurre e trasmettere (da staffetta) messaggi. Nel 1944 finì nelle mani della Gestapo; a salvarlo dall’esecuzione ancora una volta fu la sua origine americana.
Deportato a Milano, conobbe le pareti di San Vittore che condivise, all’epoca con un altro illustre: Indro Montanelli. Nel 1945 tornò in America dove iniziò una carriera radiofonica che lo riportò in Italia nel 1953, per conto di un’emittente newyorkese seguita dalla comunità italiana, per far ascoltare ai parenti rimasti in Italia, sia pure in paesini remoti, i messaggi che gli pervenivano su nastro, d’oltreoceano per posta aerea, dagli immigrati. Fu di allora l’incontro con Vittorio Veltroni che lo assunse al Radiogiornale (trattenendolo in Italia) e ne abbreviò il nome di battesimo in Mike. Con Arrivi e partenze, il primo programma televisivo italiano (in onda dal 1° gennaio 1954) il giovane Mike si rivelò presenza gradita nelle case degli italiani.
Ma Lascia o raddoppia? non valse al giovane conduttore solo successo, popolarità e ricchezza. Anche tutta una serie di critiche da parte di alcuni intellettuali (fra cui Nicola Chiaromonte, Camilla Cederna e Luciano Bianciardi). Una di spicco: quella di Umberto Eco, la cui Fenomenologia di Mike Bongiorno resta un tópos letterario e della critica televisiva in chiave sociologica tout-court. Nel breve articolo raccolto in Diario Minimo nel 1963 (ma Fenomenologia di fatto uscì nel ’61, quando Bongiorno era al culmine della popolarità) un giovane Eco che, per stessa ammissione del conduttore, era stato un collaboratore della trasmissione, deve essersi evidentemente tolto, come si suol dire, qualche sassolino dalla scarpa nel definire Mike Bongiorno la migliore espressione di mediocrità possibile la cui forza era un’improbabile ingenuità, e le gaffe la sua cifra stilistica.
"Un grado modesto di adattamento all’ambiente che non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi … mostrandosi all’oscuro dei fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla … Il suo discorso realizza il massimo di semplicità. Abolisce i congiuntivi, le proposizioni subordinate, riesce quasi a rendere invisibile la dimensione sintassi. … Non si avventura mai in incisi o parentesi, non usa espressioni ellittiche, non allude, utilizza solo metafore ormai assorbite dal lessico comune". Insomma, una critica forse eccessiva perché poi, in realtà, quel suo basic Italian, pur lontano dal concetto di “italiano di base” caro a Tullio de Mauro (stando evidentemente anche alle sue perplessità in merito) fece breccia fra una popolazione che con Eco aveva poco in comune. Men che meno la padronanza espressiva in lingua italiana.
Fonti
Tullio de Mauro, Storia linguistica dell’Italia unita © 1963, 1970, Gius. Laterza & Figli
Umberto Eco, Fenomenologia di Mike Bongiorno in Diario Minimo © R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A. 1995
Aldo Grasso, Storia critica della televisione italiana (1954-1979) © il Saggiatore S.r.l., Milano 2019
Aldo Grasso, Mike Bongiorno in Dizionario biografico degli italiani (2013)
Istituto luce Cinecittà, Lascia o raddoppia? La prima puntata (26/11/1955)
RaiPlay, Lascia o raddoppia?