Ci siamo. Oggi, giovedì 16 dicembre 2021, in CdA Rai saranno formalizzate le nuove attesissime nomine dei Superdirettori di Genere, la nuova informata di poltrone assegnate dall'Amministratore Delegato Carlo Fuortes. Nuove nomine, ma i nomi anticipati da Veronica Marino dell'Adnkronos, che fanno parte della rosa degli otto scelti per le varie cariche, sono perlopiù vecchi.
Stefano Coletta per la Direzione Prime Time, malgrado i tanti flop in Prime Time; per il Day Time il celebrato giornalista e corrispondente estero Antonio Di Bella, prossimo alla pensione, che non si capisce cosa c'entri con i tutorial di make up e di portamento a Detto Fatto, con i manicaretti della Clerici a E' sempre mezzogiorno, con i balletti di Serena Bortone, passata dal serio approfondimento di Agorà alla faceta emulazione di Minnie Minoprio a Oggi è un altro giorno.
Tornando alle nomine, l'immancabile, inamovibile, insostituibile Silvia Calandrelli si vedrà assegnare la Direzione Cultura ed Educational; l'altrettanto immancabile, inamovibile, insostituibile Maria Pia Ammirati la Direzione Fiction; Luca Milano sarà riconfermato nell'area "ragazzi" con la Direzione Kids; Elena Capparelli, dal canto suo, riconfermata alla Direzione Contenuti Digitali. Accanto a questi sei evergreen delle nomine, spiccano due "novità": Fabrizio Zappi per la Direzione Documentari, che sostituisce Duilio Giammaria, e Francesco Di Pace per la Direzione Cinema e Serie Tv. Novità per modo di dire, com'è ovvio, visto che il primo è stato fino a oggi Vicedirettore di Rai Fiction e il secondo Capostruttura per cinema e fiction di Rai3.
Il "nuovo che avanza" Carlo Fuortes ha insomma copiato e incollato il piano dell'Ad Rai suo predecessore Fabrizio Salini, nominati compresi. Come se la Tv di Stato, forte di decine di migliaia di dipendenti, molti di loro anche piuttosto validi ancorché relegati nell'ombra, disponesse soltanto di quella consueta decina di personaggi da collocare qua e là a ogni infornata di poltrone, come aveva fatto notare anche il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, usando la metafora delle "figurine". Ma quale discontinuità può esservi con il passato, nel momento in cui le figure professionali incaricate sono sempre le stesse? Quale cambiamento potrà mai attuarsi, se i vari volti collocati nei vari posti chiave sono sempre i soliti?
A maggior ragione con la gestione Fuortes, la Rai appare sempre più un teatro a scena fissa in cui recitano sempre gli stessi attori. Mentre, come in un quadro di Edward Hopper, il cittadino che paga il canone è relegato a ruolo di sempre più disinteressata maschera esclusa dallo spettacolo.
Marco Zonetti
Pubblicato il 16 dicembre 2021 su VigilanzaTv