(fonte La Presse)

Sanremo sbaracca e i dirigenti Rai rientrano. Ma cosa li attende?

Spentisi i riflettori del Festival, i vertici Rai sono tornati a Viale Mazzini con lo spauracchio delle nomine dei Tg e di interrogazioni parlamentari


Gli ascolti Tv e i dati Auditel del Festival di Sanremo 2020 sono stati decisamente trionfali e superiori a ogni aspettativa (malgrado il trucchetto del prolungamento della messa in onda per gonfiare lo share, non si può dire che la kermesse condotta da Amadeus non abbia ottenuto grandi numeri).

Spentisi i riflettori dell'Ariston, i tanti, tantissimi dirigenti Rai presenti nella località ligure finiti, grazie a uno scoop di Affaritaliani, nella bufera mediatica culminata con l'annuncio di un'interrogazione parlamentare da parte del Vicecapogruppo Pd alla Camera dei Deputati Michele Bordo, sono rientrati a Roma a riprendere possesso delle loro cariche e poltrone, dopo aver dato il meglio di sé sulle poltronissime del teatro, fra lustrini, paillettes, frizzi e lazzi della settimana festivaliera.

È l'immagine di un esodo, quella che ci è arrivata da Sanremo - dove volutamente non ci siamo voluti trasferire al fine di mantenere uno sguardo esterno, lucido e imparziale sulla manifestazione. Gli "sfollati" illustri, tuttavia, non sono rientrati subito a Viale Mazzini, i cui corridoi, il lunedì successivo alla kermesse, risultavano ancora pressoché deserti, tranne per i pochi dipendenti rimasti, assieme a quei solerti dirigenti che hanno preferito restare al lavoro anziché fare bagni di folla e di visibilità in prime time.

E smorzatesi le luci della ribalta, ecco che nel buio è tornato ad aleggiare lo spauracchio delle nomine dei direttori dei Tg, mentre i danti causa dell'Ad Fabrizio Salini, ovvero i grillini, sono sempre più allo sbando e privi di un vero potere contrattuale per porre veti e imporre nominativi. Finite le canzonette e i balletti, l'atmosfera da vacanza gaia, trenini stile Capodanno e karaoke con Al Bano e Romina e i Ricchi e Poveri, ecco che la politica - e non solo con l'interrogazione parlamentare di cui sopra - torna a esigere, pretendere e a "fare rumore", come canta il vincitore del Festival Diodato. E l'AD Salini, a differenza di Achille Lauro, non potrà rispondere "Me ne frego".

Pubblicato su affaritaliani.it il 10/02/2020