Videodrome (horror, CAN, 1983) regia di David Cronenberg. Con James Woods, Peter Dvorsky, Deborah Harry, Sonia Smiths, Les Carlson, Lynne Gorman, Jack Creley, Julie Kaner, Reiner Schwarz, David Bolt, Lally Cadeau
James Woods è Max Renne
Max Renne (Woods), presidente di un canale televisivo di Toronto che trasmette materiale “piratato”, incappa, durante alcune delle sue consuete ricerche, in Videodrome : trasmissione di un canale di Pittsburgh che mostra solo ed esclusivamente omicidi e torture in diretta, “officiata” da un certo Brian O’Blivion (Creley).
Jack Creley è Brain O'Blivion
Trasmissione che diventa la sua ossessione. E che esercita sui telespettatori un effetto allucinatorio tale che quando la conduttrice radiofonica Nicki Brand (Harry), una collega di Max, ne sarà coinvolta, il confine tra realtà e incubo per lui diverrà impercettibile.
James Wood in una scena con Deborah Harry, volto e corpo di Nicki Brand
“Un capolavoro epocale che teorizza e anticipa l’invadenza del privato da parte della televisione, lo sguardo quale percezione esclusiva della realtà (anche a costo di travisarla e trasformarla), l’uso capitalistico dei media, la diffusione dell’home video, il corpo come contenitore di input al servizio dell’egemonia, l’annullamento dei limiti del mostrabile. E mentre il new horror trova le sue basi, Cronenberg (anche sceneggiatore) perfeziona sia la sua poetica della mutazione della carne … sia il proprio immaginario di genere, con un’inventiva e una forza clamorose” (Mereghetti).
Deborah "Debbie" Harry in quegli anni era già Blondie, in cima alle classifiche internazionali con Heart of Glass
“Il programmatore di una piccola rete TV che mette in onda pornofilm è affascinato da misteriose e sadiche trasmissioni che hanno sugli spettatori un tremendo potere allucinatorio. Egli stesso diventa una macchina assassina. Gli hanno rimproverato di avere una brillante idea di partenza sviluppata senza efficacia e di puntare troppo sui disgustosi effetti speciali di Rick Baker. Ma rimane una tappa significativa nella fantascienza biologica del canadese Cronenberg, ossessionato dalle idee della contaminazione, della degradazione e della mutazione del corpo” (Il Morandini), con qualche suggestione kafkiana.
“Potente opera di cinema allucinatorio, piena di suggestioni macluahniane e cyberpunk. La profezia di Cronenberg (Strange Days e Matrix sono ancora lontani) trova i suoi luoghi di culto nella Chiesa Catodica e nel delirante studio di Brian (Brain) O’Blivion nelle cui stanze si consuma il progressivo collasso delle distinzioni tra uomo e macchina, corpo tecnologico e organica tecnologia” (FilmTv).
Il trailer del film
Un giovane David Cronenberg "gioca" su set con James Woods